Industria 4.0: capacita’ trasversali e tecniche (parte I)

 

Una competenza è veramente trasversale,
quando una persona è in grado di esercitarla
in situazioni autentiche e differenziate
che richiedono trasferibilità.
(Bernard Rey)

Le attuali evoluzioni del mondo del lavoro impongono sempre più di cambiare mansione, o addirittura professione anche diverse volte nel corso della propria vita e ogni volta che si sfoglia un giornale o si accede a siti per cercare un lavoro, ci si imbatte in annunci che oltre ad indicare le competenze tecniche che l’aspirante deve possedere anche quelle cosiddette trasversali.

Ma quali sono e come si acquisiscono queste competenze trasversali?

Le competenze trasversali o soft skills rappresentano quel bagaglio di conoscenze, abilità e qualità che portiamo con noi e che arricchiamo nelle varie esperienze personali e professionali. Queste competenze rappresentano quelle qualità che possiamo utilizzare nel lavoro ma anche in ogni altro ambito della nostra vita, quell’ insieme di qualità e abilità che ci rende unici.

Esse consentono di mettere in atto comportamenti al di là della professionalità specifica legata alle competenze tecniche e molte di esse possono essere utilizzate in differenti ambiti, trasferite da una professione all’altra, da un contesto di studio ad uno lavorativo, da una situazione all’altra (Rey, 2003).

Leggendo un curriculum ci si rende facilmente conto che spesso chi lo ha compilato ha inserito alla voci CAPACITA’ E COMPETENZE PERSONALI/RELAZIONALI/ORGANIZZATIVE/ARTISTICHE E ALTRE CAPACITA’ E COMPETENZE alcune competenze senza nemmeno rifletterci più di tanto in quanto si ignora il vero significato e l’importanza di ognuna di queste. Spesso non viene specificato né come né quando tali competenze sono state acquisite e aumentate, portando il selezionatore spesso a trovarsi di fronte persone diverse da quelle “immaginate” durante la lettura del cv.

Scrivere, ad esempio, nel curriculum “buone doti organizzative” può significare tutto e niente, ma se si vuole far comprendere a chi legge che si possieda questa reale competenza bisogna dimostrare di averla, è necessario fare un esempio che permetta di capire che realmente si è una persona organizzata. Si può, ad esempio sostituire la frase con nel mio precedente lavoro organizzavo l’agenda delle riunioni, mi occupavo delle prenotazioni delle sale, dell’organizzazione dei transfer, del vitto e alloggio dei partecipanti, oltre a stabilire la scaletta degli interventi.

Quindi le competenze trasversali si basano principalmente su caratteristiche personali che vengono affinate grazie ad esperienze di vita e lavorative che ne permettono l’evoluzione.

Partendo da quest’ultima definizione, possiamo attuare una prima classificazione delle competenze trasversali che riguarda, appunto, la dimensione a cui si riferiscono e quindi possiamo avere:

- competenze basate su una dimensione work based: ovvero competenze trasversali correlate a compiti ed attività lavorative che risultano simili in diversi settori/contesti; per l’individuo è necessario acquisirle perché sono “diffuse” e quindi utili nella prospettiva dell’inserimento o dello sviluppo professionale. Queste competenze riguardano, quindi, l’ambito/ambiente lavorativo.

- competenze basate su una dimensione worker based: ovvero competenze trasversali connesse alle “strategie operatorie” del soggetto ed al suo “modo di essere” nel realizzare l’attività lavorativa. Queste competenze riguardano il soggetto che lavora piuttosto che la tipologia di lavoro svolto o da svolgere.

Per meglio comprendere questa classificazione possiamo ricorrere ad un’immagine ovvero quella dell’iceberg: la parte emersa rappresenta le competenze strettamente professionali/specialistiche, mentre quella sommersa le competenze trasversali che, pertanto, dovranno essere più solide, importanti e allo stesso tempo specifiche rispetto a quelle visibili, tecniche.

È, inoltre, possibile effettuare un ulteriore classificazione delle competenze trasversali:

  1. Competenze personali
  2. Competenze Comunicative
  3. Competenze Cognitive
  4. Competenze Organizzative

Le competenze personali si riferiscono alla conoscenza di se stesso: per capire gli altri bisogna prima capire se stesso, capire quali sono i propri punti di forza e debolezza e come sfruttarli al meglio per quel lavoro. Elementi fondamentali di questa competenza sono, oltre alla conoscenza di se stesso anche l’orientamento all’obiettivo ovvero la capacità di porsi degli obiettivi chiari, specifici e stimolanti e nell’impegnarsi con energia e perseveranza nel loro raggiungimento e la gestione delle proprie emozioni ovvero la capacità di saper attingere alle proprie risorse interiori per ricavarne energia, anche nei momenti difficili.

Le competenze comunicative si riferiscono alle capacità di relazionarsi con gli altri, comprendendone le esigenze e comportandosi di conseguenza.

Elementi fondamentale di questa competenza sono l’empatia, la capacità di ascoltare, di comunicare in modo semplice e chiaro, di farsi capire da interlocutori diversi, nonché la capacità di persuadere gli altri a seguire i nostri progetti.

Saper lavorare in team è un ulteriore caratteristica legata alle competenze comunicative ed è necessaria per saper collaborare e costruire relazioni efficaci con i colleghi e saper gestire momenti di conflitto.

Le competenze cognitive si riferiscono alla capacità di sintesi e di analisi, capacità essenziali in un mondo continuamente inondato da informazioni tra le quali saper scegliere quelle giuste e sintetizzarle per poter raggiungere i traguardi fissati.

Altro elemento fondamentale di questa competenza è la capacità di problem solving che si riferisce alla capacità di saper affrontare i problemi in modo costruttivo, cercando la migliore soluzione possibile, valutando le alternative e l’impatto che queste hanno sul risultato finale.

Ultimo, ma non meno importante elemento di tale capacità è la creatività ovvero la capacità di vedere soluzioni alternative, strade nuove seguendo un diverso punto di vista.

Le competenze organizzative si riferiscono alla capacità di saper programmare, organizzare, controllare, valutare e correggere le attività da svolgere al fine di realizzare un compito nel minor tempo possibile, con il minor uso di risorse, ma con il maggior profitto possibile.

Già nel 2012 da un’indagine condotta da Excelsior (sistema informativo promosso e realizzato da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro e l'Unione Europea) si rileva l’importanza delle capacità trasversali insieme a quelle più specifiche nella domanda di lavoro sia delle imprese industriali che dei servizi. La competenza trasversale maggiormente richiesta è la capacità di lavorare in gruppo. Al secondo posto si colloca la flessibilità e la capacità di adattamento. Altre capacità molto richieste sono la capacità di lavorare in autonomia, la capacità di gestire i rapporti con i clienti, la capacità di problem solving e la capacità “comunicativa scritta e orale”.

È interessante ancora constatare che coloro i quali ritengono le competenze specifiche della professione più importanti di quelle trasversali sono meno di chi si pone in una posizione contraria; in questi ultimi casi, l’impresa sarebbe verosimilmente disposta ad accettare una persona meno qualificata nelle competenze specifiche, al cospetto di elevate capacità di team working, adattamento, autonomia, ecc.

Per poter svolgere il proprio ruolo in maniera efficace ed efficiente bisogna essere in possesso delle capacità per sapere, saper fare e saper essere.

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